AMBIENTE & DINTORNI: Undicesima Puntata

Per molte famiglie, la raccolta differenziata dell’umido è quella che suscita le maggiori preoccupazioni. La principale lagnanza dei cittadini è legata ai cattivi odori che si possono generare quando il materiale umido rimane in casa per più giorni e non è correttamente gestito. Ad oggi, lo stato dell’arte in materia prevede l’utilizzo di un cestello traforato e di appositi sacchetti traspiranti in materiale biodegradabile e compostabile (in bioplastica o in carta riciclata). Tali contenitori, infatti, facilitano il passaggio dell’aria, consentendo così l’evaporazione di una grande quantità di acqua, eliminando i cattivi odori e la formazione di condensa e allungando la vita del sacchetto. L’utilizzo del cestello forato e del sacchetto in materiale biodegradabile consente all’organico di respirare e all’acqua di evaporare, per cui anche sollevando il coperchio non si avverte alcun cattivo odore. Inoltre, l’acqua che evapora riduce il peso dei rifiuti del 30% circa. In definitiva, la gestione ottimale degli avanzi di cucina richiede l’impiego di due contenitori: un primo contenitore costituito da un cestello forato all’interno del quale adagiare il sacchetto biodegradabile e compostabile; un secondo contenitore tradizionale (di più grandi dimensioni) da usare per esporre l’umido in strada. Nel caso dei condomini, il secondo contenitore è costituito direttamente dal bidone condominiale, per cui occorre solo il cestello traforato. Nell’ottica di ridurre la produzione di rifiuti, il cittadino dotato di spazi verdi all’aperto può utilmente ricorrere alla pratica del compostaggio domestico: un sistema naturale per produrre compost dagli avanzi della cucina, dell’orto e del giardino. Il composter (il contenitore per il compostaggio) si può ottenere in comodato d’uso gratuito o, più semplicemente, si può costruire con una semplice rete metallica. Da un punto di vista operativo, è preferibile accumulare gli scarti domestici in un secchiello e scaricarli nel composter soltanto ogni due o tre giorni. Il trattamento biologico della frazione umida biodegradabile si può attuare con due processi che si possono anche combinare tra di loro: processo aerobico di compostaggio; processo di digestione anaerobica; processo combinato anaerobico/aerobico. Il prodotto finale del compostaggio, ovvero del processo di decomposizione e umificazione della sostanza organica operato dalla flora microbica naturalmente presente nell’ambiente, come ben noto, è il compost. Il termine compost deriva dal latino “compositum”, cioè “formato da più materiali”, infatti, tra i prodotti della reazione microbica sono presenti substrati organici di diversa provenienza. Il prodotto principale della digestione anaerobica, invece, è il biogas, cioè una miscela gassosa (soprattutto metano – dal 50 al 75% – e biossido di carbonio). L’impiego del biogas può ridurre le emissioni di gas serra in maniera significativa, soprattutto se utilizzato come biocarburante per i mezzi di trasporto o se immesso direttamente nella rete di distribuzione del gas come metano (dopo affinamento del biogas). Il processo di digestione anaerobica, inoltre, dà luogo a un sottoprodotto principale, il digestato, che può essere sottoposto a un successivo processo di compostaggio e utilizzato a fini analoghi come compost, migliorando così il recupero complessivo di risorse dai rifiuti.

ERRATA CORRIGE: nel video è citato il periodo 1998-2008, il riferimento corretto è 1998-2018, così come riportato nella Tesi in Ecologia Industriale “Valutazione degli impatti dovuti all’assenza di impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani in Campania”, Candidato: Michele Vaccaro; Relatore: prof. Giovanni De Feo; Correlatori: ing. Alberto Grosso; dott.ssa Carmen Ferrara; Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università degli Studi di Salerno.

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