LA SCOMPARSA DELLE STRISCE

C’era una volta, e ancora c’è, un paesino, assai grazioso e carino, che si chiama Ripassino.

Nel paesino c’era, e ancora c’è, una scuola, assai graziosa e carina, frequentata da un’allegra brigata di bambini, assai graziosi e carini, accompagnati da un’allegra brigata di genitori, assai graziosi e carini.

Davanti alla scuola c’erano, e ancora ci sono, delle strisce pedonali, assai graziose e carine, che tutti i giorni se ne stavano spiaccicate a terra, in attesa di essere attraversate.

Per anni le cose strisciarono bene finché grandi e piccini iniziarono a ignorare le strisce. Sembrava che non le vedevano più. Eppure, stavano lì, in bella mostra, tutte belle spiaccicate a terra.

Addirittura, un bel giorno iniziarono a parcheggiarci sopra. Tanto nessuno le attraversava più…

Le strisce divennero ogni giorno sempre più tristi, finché, un bel dì, decisero di scomparire…

La mattina seguente i bambini arrivarono di fronte alla scuola che non gli sembrava più la stessa del giorno prima. Mancava qualcosa. Eppure, non riuscivano a capire cosa. Il cancello c’era. Il portone d’ingresso pure. Che cosa mancava?

Le strisce pedonali. Non c’erano più. Erano sparite. Scomparse. Dileguate.

Al loro posto era rimasto solo l’asfalto.

Qualcuno le aveva cancellate o se n’erano andate da qualche parte? Boh…

Iniziò la loro ricerca. Chi le aveva viste? Nessuno sapeva niente.

Intanto di fronte a scuola era una gran confusione. Auto parcheggiate ovunque. Bimbi che attraversavano la strada dove capitava. Genitori disperati che gli correvano dietro facendo dribbling tra le auto.

Occorreva fare qualcosa: bisognava darsi delle regole!

Fu così che a un bimbetto, tanto grazioso e carino, venne in mente di ridisegnare le strisce e, come per incanto, le cose ripresero a procedere con ordine. Tutto aveva nuovamente senso.

Gli abitanti di Ripassino avevano imparato la lezione: le strisce, come tutte le regole, servono per stare meglio insieme.

E da quel giorno tutti ripresero a passare allegramente sulle strisce, tanto graziose e carine!

 

Giovanni De Feo

 

Eccone una versione audio un po’ romanzata:

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